20 Dicembre 2016
Uno degli argomenti più discussi in questo 2016 è il concetto di “Big Data”. In pratica trattasi di raccolte di dati molto ampie in termini di volume, varietà e velocità che per essere elaborate richiedono una tecnologia specifica.
Le elevate informazioni che sono ad oggi al “servizio del business” derivano dall’utilizzo quotidiano di televisione, smartphone, dagli acquisti effettuati con la carta di credito o bancomat, dalle infrastrutture intelligenti delle città e altre soluzioni simili. La parte del procedimento più importante è la gestione delle informazioni che richiede una capacità particolare per analizzare e elaborare i dati ed ottenere dei risultati significativi.
“Big Data” rappresenta un’opportunità per le imprese, le informazioni possono essere monetizzabili in fase di vendita e forniscono un vantaggio che permette alle società di essere competitive in un mercato sempre più agguerrito. All’interno di un’azienda, più settori possono trarne beneficio, in primo luogo quello commerciale, poi il marketing, It, comunicazione, finanza e produzione.
Una ricerca effettuata del gruppo Adecco e dell’Università Milano-Bicocca ha dimostrato che su un campione di circa 350 referenti di aziende italiane di varie dimensioni e di differenti settori (industria, commercio, servizi) ben il 40% non conosce il concetto di “Big Data”.
Pare che le società che vedono con favore questo nuovo business investiranno molto denaro nei prossimi anni, inoltre verranno create nuove opportunità lavorative specifiche del settore, ad esempio figure come il Big Data Analytics Specialist, Data Content & Communication Specialist, Big Data Architect, Data Scientist, Social Mining Specialist, ecc. Queste figure si renderanno indispensabili per la gestione del flusso di informazioni
Questa tipologia di “analisi di dati innovativa”, già parte integrante del sistema di business negli USA, sta, piano piano, affacciandosi anche nel nostro paese. L’Italia, purtroppo, è piuttosto indietro quanto a nuove tecnologie rispetto agli altri paesi, pertanto si ritiene che il processo di attivazione del “Big Data” da parte delle nostre imprese subirà una forte accelerazione nei prossimi mesi.